CORREGGIO (Reggio Emilia) – “Questo libro è stato scritto così, con l’emozione di chi si guarda indietro, in un momento drammatico, con l’esigenza di farlo, abbiamo lasciato fare all’emozione. Un libro con non solo mi somiglia, mi sta appiccicato”, così Luciano Ligabue ha definito “È andata così – Trent’anni come si deve”, l’autobiografia scritta con il giornalista e dj radiofonico Massimo Cotto. Lo ha presentato in un teatro Asioli a porte chiuse, con la sola presenza del fan club. La serata è andata però in streaming su Repubblica.it. L’idea dell’autobiografia che raccontasse i 60 anni di vita e 30 di musica del Liga è nata prima dell’emergenza covid, ma il lavoro è proseguito a distanza durante il lockdown. Il volume contiene 360 foto, aneddoti, retroscena e dettagli inediti. “Liga ha raccontato come è andata realmente, e per la prima volta i fatti erano più interessanti delle leggende”, ha detto Cotto a un pubblico attento.
Durante la serata, sul palco dell’Asioli, Luciano ha raccontato i suoi inizi. “Tutto è cominciato a trenta metri da qui, al circolo Lucio Lombardo Radice, quando a 27 anni ho tenuto il mio primo concerto“. Poi il primo Campovolo, il Pavarotti International e il legame con il suo manager Claudio Maioli. Tante vicende personali, come la morte del padre e momenti difficili che ha vissuto. Quando la ruota che suggeriva gli argomenti si è fermata su “Ghezzi”, lo storico bassista dei ClanDestino scomparso improvvisamente il 2 ottobre, tra gli applausi Luciano si è commosso e non è riuscito a parlare.
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