REGGIO EMILIA – Luciano Ligabue è tornato sul palco di Roma ieri per il concerto del primo maggio. Due canzoni e un pensiero sulla “smania di potere”.
“Sono qui dopo 17 anni, 10 anni fa invece ho scritto una canzone sulla droga più vecchia del mondo, la smania di potere”. Il rocker correggese è tornato sul palco romano. Per l’occasione, ha scelto non l’ultimo pezzo uscito pochi giorni fa, ma una canzone “Il sale della terra”, primo singolo dal suo decimo album “Mondovisione” che parla della fame di potere a ogni costo. “Di fronte alle overdose di un certo potere, agli abusi di cui è capace – ha detto sul palco Ligabue – serve un altro potere, quello di far sentire la tua voce e non permettere a nessuno, per esempio, di provare a cancellare la tua storia e riscriverla come gli pare. Di non permettere a nessuno di provare a toglierti il diritto di amare, certo, sempre in modo consenziente, ma di amare chi ti pare, come ti pare, quanto ti pare e mettere su la famiglia che ti pare e magari riuscire a mantenerla con un salario decente”.
In attesa del tour che a luglio lo vedrà esibirsi negli stadi di Roma e Milano, Ligabue ha suonato al concertone del Primo Maggio con la sua band attuale al completo, anche uno dei suoi più grandi successi “Urlando contro il cielo”. In chiusura di esibizione, Ambra lo ha invitato a rivolgere un pensiero a Lorenzo Parelli, il 18enne morto nel gennaio del 2022 in un incidente nello stage alternanza scuola-lavoro nella provincia di Udine. Ligabue ha stretto la mano ai genitori: “Questa è la festa più bella che abbiamo”.
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