CARPI (Modena) – Sono 82 le pratiche di licenziamento avviate e, per quest, i lavoratori della Manifattura Riese e del marchio Navigare sono nuovamente entrati in stato di agitazione e hanno proclamato uno sciopero di 8 ore.
Eppure, nell’ultimo incontro di fronte alle istituzioni, il liquidatore Maurizio Corvaja nominato dalla Luchi fiduciaria (società che aveva acquisito l’80% della manifattura a fine aprile) aveva parlato di congelamento di tali licenziamenti. Sconcertata la reazione dei sindacati e, soprattutto, delle famiglie coinvolte. Nel corso del secondo tavolo, tenutosi stamane alla presenza di Regione, comuni di Carpi e Rio Saliceto, Confindustria e sindacati, la proprietà ha declinato l’invito lasciando l’incombenza al liquidatore. Risposte alle enormi problematiche non ne sono arrivate, la Regione sposterà il tavolo a Roma al ministero del Lavoro per provare a salvare l’azienda.
“Considero inaccettabile e molto grave il fatto che la proprietà non si sia presentata al tavolo di confronto e non si sia presa la responsabilità di partecipare alla discussione – ha detto l’assessore regionale allo Sviluppo economico e Lavoro, Vincenzo Colla – È un atto unilaterale ingiustificabile. Per questo chiederemo immediatamente la convocazione di un tavolo nazionale da parte del ministero, vista la distribuzione dei dipendenti in varie sedi del Paese e per mettere in campo tutti gli strumenti a disposizione che tutelino la produzione e un marchio storico per noi inscindibili con la professionalità dei dipendenti”.
Diversa, invece, la ricostruzione della società secondo la quale il liquidatore non aveva assunto alcun impegno di questo genere, “avendo ricevuto uno specifico mandato a procedere con la chiusura dell’azienda”. La società spiega che “la progressiva erosione del valore dell’impresa ha indotto a ricercare un imprenditore che fosse interessato a dare continuità di mercato. L’unico concreto interesse è stato manifestato da una realtà imprenditoriale, di matrice estera, che ha deliberato la messa in liquidazione dell’impresa”.
La Manifattura Riese, prosegue la nota dell’azienda, “negli ultimi tre anni aveva visto compromettere il proprio equilibrio finanziario con una progressiva crescita dell’indebitamento tale da non consentire più di adottare adeguate contromisure”.
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