REGGIO EMILIA – “La vera libertà è quella che aiuta a esercitare l’obbedienza e a generare speranza”. In un’epoca di prese di posizione sempre più radicalizzate e divisive, mentre la politica discute dello scudo penale per i rappresentanti delle forze dell’ordine e si è riaperto lo scontro tra governo e magistratura; il terzo incontro del ciclo “Conoscersi per comprendersi: la Polizia tra le persone”, è stata l’occasione di una riflessione, alta, su libertà, obbedienza, speranza e disciplina. Nella sua lectio magistralis il filosofo e teologo Vito Mancuso ha ricordato come la disobbedienza abbia un senso quando obbedisce a un valore più alto, come accade durante la Resistenza. “Ci si può ribellare, uno disobbedisce a uno Stato diventato tiranno come fece la Resistenza, per obbedire al vero Stato la cui idea luminosa è rappresentata nella Costituzione”.
Questo è necessario e accade, secondo Mancuso, perché le leggi umane, non sempre sono all’altezza del diritto e per questo il legislatore è costantemente chiamato a migliorarle, ma senza leggi si cade nella guerra di tutti contro tutti.
La speranza però risiede nel singolo essere umano che deve essere consapevole, creativo e responsabile e, come ha scritto Hannah Arendt nel suo ‘Le origini del Totalitarismo’, rispondere alla sua coscienza interiore.
Il ciclo di incontri organizzato dalla Polizia di Stato proseguirà il prossimo 27 febbraio con Don Luigi Ciotti per parlare di giustizia, legalità e perseguimento del bene comune.
Reggio Emilia polizia Vito Mancuso