REGGIO EMILIA – Ginevra è esistita veramente, visse nel Seicento e fu sottoposta a un processo per stregoneria secondo quanto riportato da un documento proveniente dall’archivio dell’inquisizione conservato nell’archivio di Stato di Modena. E’ per lei, e per tutte le Ginevre di oggi che si vedono calpestare i propri diritti, che la Libera Università Crostolo ha messo in scena, alla fonderia della danza lo spettacolo finale del laboratorio “alla ricerca del gesto perduto”, in collaborazione con il centro coreografico nazionale – Aterballetto per la regia di Arturo Cannistrà.
Susi Davoli, presidente di Libera Università Crostolo: “Questo laboratorio ha avuto inizio nel 2018 in forma sperimentale, poi è cresciuto ed è diventato una delle attività laboratoriali di punta dell’università tanto che è entrato a far parte del progetto ‘Overdance’ curato dal centro coreografico nazionale e dalla fondazione Ravasi – Garzanti sul tema della longevità e dell’invecchiamento attivo”.
“Ginevra” non è stato un semplice spettacolo di danza: alla base c’è un protocollo, sviluppato all’università di Harvard, che ha l’obiettivo di promuovere il benessere e la salute mentale delle persone attraverso la lettura, le arti e la creatività e utilizza la danza a sostegno della qualità della vita. E ha voluto essere anche una riflessione sulle donne che vivono ancora oggi nell’oscurità del patriarcato.
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