REGGIO EMILIA – “Aemilia è stato solo l’inizio, dieci anni dopo le operazioni e i processi ce lo dimostrano, c’è ancora tanto da fare”. A dirlo è l’associazione Libera Emilia-Romagna, che commenta così l’operazione che ieri ha portato a perquisizioni e arresti per mafia.
Attraverso una nota, Libera sottolinea in particolare uno degli episodi emersi, quello di una vittima di estorsione costretta a baciare i piedi del boss Giuseppe Arabia con tre pistole puntate alla testa. Il tutto per avere testimoniato, in un processo, una tentata estorsione subita.
“È il segno di una ‘ndrangheta – commentano i co-referenti di Libera Emilia-Romagna Manuel Masini e Sofia Nardacchione – che continua a far paura, ancora di più nei confronti di chi decide di raccontare”
“Quanta paura della mafia c’è nel Reggiano?” è una delle domande che Libera Reggio porrà questa sera, giovedì, ai relatori in un incontro in programma a Scandiano, nella sala del Consiglio comunale. Alle 20.30 verrà presentato il report sul radicamento nella nostra provincia. Gli ospiti saranno il procuratore Capo Gateano Calogero Paci e il prefetto Maria Rita Cocciufa.














