REGGIO EMILIA – Due gol, al Vicenza e all’Entella che i tifosi della Reggiana non hanno potuto festeggiare come avrebbe meritato, perché il campionato di Serie B 2020-2021 si giocò interamente a porte chiuse per le restrizioni imposte dal Covid. A Reggio, però, Simone Muratore, nonostante quel campionato finì con la retrocessione in Lega Pro, è legato dalla nascita di Tommaso, il figlio, cui ha rivolto un dolce pensiero nel messaggio con cui ha annunciato l’addio al calcio a soli 26 anni.
Sono passati solo 5 anni da quando, giovane di belle speranze, esordiva in Champions League a Leverkusen nella Juventus di Sarri, l’ultima capace di vincere lo scudetto. Poi, il passaggio in estate all’Atalanta e il prestito alla Reggiana per continuare a crescere: 25 partite e 2 gol, che tuttavia non sono bastati a salvare i granata.
Nell’estate 2021 Muratore lasciò Reggio per trasferirsi al Tondela, in Portogallo, e fu qui che arrivò la terribile diagnosi: neurocitoma al ventricolo sinistro. Simone, però, non si è perso d’animo e ha vinto la partita più importante, quella contro il tumore. “Sono stati anni di sofferenza – racconta ora nella lettera con cui ha dato l’addio al calcio – Ho dovuto reimparare a parlare, camminare, correre, scrivere, leggere. Era come se fossi tornato un bambino”. Poi, l’annuncio: “Oggi metto un punto alla mia carriera da giocatore, ci ho provato fino alla fine a tornare, ci ho messo lacrime e sudore, ma non ero più come prima. Mi sono reso conto che, comunque, avevo la fortuna di essere guarito e di stare bene”. Ed è questa la cosa più importante, la notizia più bella.
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