REGGIO EMILIA – Si susseguono le prese di posizione in seguito alla decisione dell’ex assessore ed ex consigliere comunale di Casina, Tommaso Manfreda – la cui azienda edile è stata esclusa dalla White List dalla prefettura – di chiedere la sospensione dei protocolli antimafia della prefettura sottoscritti da tutti i comuni.
Oggi, in merito, è intervenuto anche il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi: “Le interdittive della prefettura le abbiamo sempre sostenute, come strategia di prevenzione alle infiltrazioni mafiose, i ricorsi sono legittimi ma credo ci sia il dovere da parte di tutti noi di rimanere a fianco della prefettura”.
Nei prossimi giorni è in programma un incontro tra i sindaci reggiani per decidere come procedere dopo il ricorso dell’ex assessore ai lavori pubblici ed ex consigliere comunale di Casina: Tommaso Manfreda si è rivolto al Tar dopo che la sua azienda edile è stata esclusa dalla White List. Il geometra ha presentato non solo ricorso contro la decisione della prefettura ma ha anche avanzato una richiesta di sospensiva dell’intero protocollo antimafia, il sistema delle interdittive sottoscritto da tutti i comuni della provincia, “che dal prefetto De Miro in poi – aggiunge Vecchi – hanno caratterizzato l’impianto fondamentale della strategia di prevenzione antimafia dei nostri territori. Che hanno contribuito a cambiare il modo di lavorare delle pubbliche amministrazioni, che hanno contribuito ad intensificare l’attività di controllo”.
Assistito dai legali Valter Pompeo Azzolini e Paolo Colombo, Manfreda ha sempre dichiarato di sostenere la lotta alla mafia, “ma – dice – c’è qualcosa da rivedere nel sistema perchè non ho mai avuto a che fare con gli ambienti della criminalità organizzata”. Da qualche giorno si è dimesso da consigliere comunale. Anche il comune di Casina aveva sottoscritto il protocollo.
“Credo che il comune di Casina abbia bisogno di uscire abbastanza rapidamente da questo imbarazzo politico e di chiarire se decide di stare dalla parte di tutti i comuni reggiani o se decide di stare da un’altra parte. Posto il naturale diritto di chi è sottoposto a provvedimenti gravi come questo di difendersi, colpisce la scelta di tentare di mettere in discussione un sistema di legalità importante per il nostro territorio. Gli strumenti di legalità dovrebbero essere patrimonio collettivo non discutibile” ha detto il sindaco di Rubiera, e coordinatore provinciale dell’Anci Emanuele Cavallaro.
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