REGGIO EMILIA – Anche la nostra città sta seguendo ciò che sta accadendo in Medio Oriente, l’escalation di tensione dopo che il presidente americano Trump ha ordinato l’uccisione, con un attacco aereo, del generale iraniano Quassem Soleimani, uno degli uomini più potenti del Medio Oriente, insieme ad altre sette persone.
“E’ stato un atto di terrorismo internazionale – ha detto Alberto Bradanini, ex ambasciatore italiano in Iran, intervistato da Tg Reggio – un omicidio mirato che il diritto internazionale non consente e un atto di guerra, speriamo che non sia l’inizio di una guerra devastante in tutto il Medio Oriente”.
Reggiano d’adozione, Bradanini è attuale presidente del centro studi sulla Cina contemporanea, Paese nel quale è stato ambasciatore. “I Paesi europei in particolare dovrebbero elevare la loro voce di condanna nei confronti di questo gesto inconsulto da parte dell’amministrazione Trump, secondo la quale Soleimani stava orchestrando un attacco contro gli interessi americani. Il diritto internazionale, tuttavia, non consente di uccidere delle persone se non ci sono prove. Trump potrebbe essere perseguito come terrorista internazionale”.
Bradanini conosce bene il paese mediorientale: è stato ambasciatore italiano anche in Iran per 4 anni dal 2008. Ci saranno ritorsioni? “Il governo iraniano ha affermato che ci saranno, non sappiamo dove e quando colpirà l’Iran, probabilmente colpirà dove gli americani non si aspettano. La domanda successiva è che cosa faranno gli americani quando saranno colpiti dalla rappresaglia iraniana e questo non lo sa nessuno”.
Perchè, allora, questa decisione da parte di Trump? “Trump è alle prese con la rielezione in autunno e con l’impeachment; secondo alcuni, questo è un gesto di favore nei confronti di Israele. Qualcuno reputa che la politica del caos in Medio Oriente favorisca gli interessi di Israele e vada a vantaggio dell’America perché fa guadagnare i petrolieri che sostengono la rielezione di Trump e rende gli States sempre più indispensabili”.
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