REGGIO EMILIA – L’operazione contro la mafia nigeriana che ha portato all’arresto di 9 persone a Reggio Emilia svela le caratteristiche di una organizzazione criminale che sta diventando sempre più potente e soprattutto più moderna e sofisticata.
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Viene chiamata la piovra nera. Le sue gang principali, i Black Axe, i Black Cats, i Vikings, i Buccaneers, i Pirates si sono trasformate nel corso degli anni in vere e proprie cosche che oltre a curare gli affari di strada si sono posizionate su livelli più elevati di criminalità. Ce lo dimostra anche l’operazione degli ultimi giorni firmata Polizia di Stato con una trentina di arresti in tutta Italia, nove dei quali a Reggio.
Proprio la nostra città è una di quelle in cui il fenomeno della mafia nigeriana sembra essersi radicato con maggiore consistenza. Da Reggio guidava le attività del clan cui era a capo, i Black Axe, il 36enne Solomon Obaseki, detto Titus, ora in carcere in via Settembrini alle prese con il covid. Un boss – riferiscono gli investigatori – di notevole intelligenza criminale e di spiccate capacità diplomatiche. Un uomo che stava cercando – per così dire – di far mettere il vestito buono ad una organizzazione rappresentata il più delle volte quasi come folkloristica.
Obaseki aveva una notevole capacità relazionale, aveva capito che la strada da seguire non era più quella della violenza spicciola, ma quella degli affari e del riciclaggio di denaro derivante principalmente dal narco-traffico. Una piovra nera sempre più moderna e pronta ad occupare spazi. Un fenomeno di mutazione da monitorare con attenzione.
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