REGGIO EMILIA – Ringrazio l’associazione Stampa Reggiana “Gino Bedeschi” per avermi assegnato il premio Mario Paolo Guidetti per la comunicazione sociale per l’inchiesta partita dalle case popolari occupate a Reggio Emilia e proseguita con l’analisi dell’emergenza abitativa e delle spese dei servizi sociali del Comune della città per trovare un tetto alle famiglie in difficoltà.
Un premio importante, seppur calato nella realtà provinciale e solo al suo secondo anno di vita, perché nel tenere viva la memoria di Mario Paolo tiene acceso un riflettore sui temi a lui più cari: la vita della gente, i problemi degli ultimi, l’ambiente. Per questo motivo ho accolto grande piacere l’invito a partecipare all’evento ospitato ieri a Viano nella sede di E80 Group.
Ho apprezzato, in un contesto sicuramente di festa, l’attenzione con cui l’amico Silvestro Ramunno, presidente dell’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia Romagna, ha ricordato come la legge istitutiva dello stesso Odg (69/1963) sia giunta al suo sessantesimo anno di vita, con tutta la necessità di essere aggiornata a tempi e strumenti di oggi, sottolineando però quanto ricordato dall’articolo 2: “è diritto insopprimibile dei giornalisti la libertà di informazione e di critica“. Anche di critica, sì.
E’ diritto insopprimibile dei giornalisti la libertà d’informazione e di critica, limitata dall’osservanza delle norme di legge dettate a tutela della personalità altrui ed è loro obbligo inderogabile il rispetto della verità sostanziale dei fatti osservati sempre i doveri imposti dalla lealtà e dalla buona fede […].
A questo articolo, e all’articolo 21 della Costituzione ci aggrappiamo ogni giorno.
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure
A Viano si è parlato tanto di innovazione e digitale. Tutto condivisibile. Lasciatemi porre in questa occasione anche l’attenzione sul precariato, sui livelli di retribuzione dei giovani colleghi (se si può essere considerati giovani a 30 o anche a 40 anni) lontani anni luce dai fasti della generazione precedente. Lasciatemi anche sottolineare il crescente clima di tensione che accompagna i cronisti nell’esercizio quotidiano della professione. Minacce, intimidazioni, pressioni, cause temerarie, denunce infondate che a volte finiscono, per pigrizia della Giustizia, in decreti penali di condanna contro i quali occorre presentare ricorso per farsi processare, e mettere mano al portafoglio per spese legali che sarebbero sicuramente evitabili in uno Stato di diritto con più certezze e meno ombre. Reggionline e Telereggio hanno un editore solido alle spalle, che crede nel lavoro dei propri giornalisti e lo sostiene anche in giudizio. Per tanti colleghi però non è così. E a rimetterci, in primis, è sempre il lettore.
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