REGGIO EMILIA – C’è l’Euro, ma non il mercato unico e così l’Europa continua a essere debole e fragile nei confronti delle grandi potenze mondiali. Sempre a rischio per le scelte altrui. Il ‘fate bravi o stacchiamo la spina’ detto da Musk agli Ucraini, continua a valere anche per il Vecchio Continente, ancora alle prese con nostalgie di un passato che non potrà più tornare e nuove spinte populiste. Invece di puntare tutto sulla sovranità europea. “E’ questa la strada giusta da percorrere, per non restare sudditi”, ha detto Enrico Letta al rappresentanti delle cooperative che hanno partecipato al Cirfood District all’Assemblea regionale di Legacoop.
“Abbiamo l’idea che avere la bandiera nazionale sia la cosa più importante, la verità è che non basta con la grandezza di Cina, India e Stati Uniti. C’è bisogno di una dimensione europea per guadagnare sovranità. Oggi divisi in 27 mercati nazionali siamo sostanzialmente una colonia“, dice ai nostri microfoni il presidente dell’Istituto Jacques Delors.
L’Europa sarà una grande potenza, però, solo se si romperanno le barriere che oggi impediscono di realizzare compiutamente il mercato unico, vincendo specifici interessi nazionali per dare risposte comunitarie in tre ambiti strategici: energia, tecnologia e finanza. “Dobbiamo ringraziare Trump. Ci sta facendo capire come europei che dobbiamo essere uniti, indipendenti e autonomi. L’alleanza con gli americani rimarrà, ma con Trump c’è poco da fare. La sua spinta a rompere i ponti deve portare tutti noi a dire o diventiamo adulti e ci uniamo oppure non ce la faremo”.
La sfida per gli Stati europei è quella di scegliere il modello cooperativo – ha detto Letta – che tiene insieme grandi e piccoli, ricchi e fragili, cercando sempre la miglior risposta possibile per tutte le persone. “La cooperazione è esattamente il contrario della logica di Trump. Qui a prescindere dalle dimensioni ognuno mette qualcosa in nome dell’insieme, un elemento di grande modernità”, chiosa Letta.
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