REGGIO EMILIA – “Il piano di Meta System risulta complessivamente generico, in alcune parti persino opaco, e non permette di formulare valutazioni sulla validità delle previsioni in esso contenute”. E’ severo il giudizio di Bruno Bartoli, il professionista incaricato dalla Camera di Commercio di Bologna di seguire la procedura di composizione negoziata della crisi dell’azienda reggiana in qualità di esperto.
Nella sua relazione finale, che Tg Reggio ha potuto leggere, Bartoli analizza i numeri e le cause della crisi. Nonostante un sensibile aumento dei ricavi e un’altissima specializzazione, dal 2019 al luglio 2024 Meta System ha accumulato perdite per 108 milioni di euro. Il patrimonio netto è negativo per 16 milioni e quest’anno anche le vendite hanno subito una forte contrazione.
La revoca delle misure di protezione del patrimonio decisa dal giudice delegato Simona Boiardi si fonda su un esame obiettivo della situazione, a partire dalla mancata ricapitalizzazione della società. Il direttore finanziario del gruppo, Li Zheng, durante il Consiglio di amministrazione del 23 maggio scorso, aveva assicurato che un investitore si era impegnato a versare 51milioni di euro nel luglio 2024 e altri 121 milioni in ottobre, mentre Deren, socio di maggioranza, avrebbe rinunciato al proprio credito fornendo al contempo sostegno finanziario: “Dopo circa 3 mesi – nota l’esperto Bruno Bartoli – nessuna di queste attese si era realizzata, neppure in parte”.
Tra i molti elementi di preoccupazione per il futuro, c’è anche la situazione del gruppo Stellantis che è il principale cliente di Meta System. Nel 2023 le commesse di Stellantis avevano generato ricavi per 113 milioni di euro, pari al 43% delle vendite. Ma quest’anno il fatturato realizzato con Stellantis è diminuito in misura drastica.
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