REGGIO EMILIA – “Ha cominciato a sostenere i movimenti Lgbtq. E’ diventato una icona gay. Poi l’amicizia con l’ex direttore creativo di Gucci Alessandro Michele, il resto è arrivato naturalmente. E’ stato universalmente riconosciuto come una icona di stile“. Così la giornalista reggiana Mariacristina Righi, esperta di moda e firma di Vanity Fair.
Il fenomeno Harry Styles prosegue nel solco di un binomio molto forte: moda e musica. “Il suo stile è originale, mixa elementi da uomo con pezzi che arrivano dal mondo femminile. Soprattutto è l’espressione del genderless e del genderfluid. Finora il fenomeno era inteso come la donna che indossa pezzi da uomo, ora per la prima volta viene sdoganato il contrario”.
In Italia abbiamo l’esempio di Achille Lauro e Damian dei Maneskin. Guardandoci indietro ci sono i Kiss, David Bowie, i Queen. “Di sicuro Harry Styles è un apripista sul mondo beauty: la sua linea è genderless, è anche per gli uomini, mentre tutte le linee delle star finora sono sempre state di donne per le donne”.
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