REGGIO EMILIA – I medici e i coordinatori del progetto ‘Ero Malato’ sono stati ospiti di Buongiorno Reggio al loro rientro dalla missione in Madagascar. L’ospedale di Ampasimanjeva è coinvolto ormai da anni nei progetti di solidarietà della Diocesi di Reggio e Guastalla. La mission per i prossimi anni è quella di rendere la sanità della zona più accessibile e sostenibile.
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E’ giunta a termine la missione della delegazione sanitaria dell’Ausl di Reggio nell’ospedale ‘Don Mario’ di Ampasimanjeva in Madagascar. L’ospedale, appartenente da oltre 50 anni alla Diocesi di Reggio e Guastalla, è coinvolto nel progetto “Ero Malato”, destinato a rendere la sanità locale più accessibile e sostenibile. “Vogliamo creare le condizioni perché ci sia una maggiore autonomia, una maggiore capacità di gestione e di risposta da parte degli operatori locali, quindi della diocesi locale, dei dirigenti medici e infermieristici locali perché bisogna puntare sull’emancipazione, sul fatto che ognuno prende in mano il proprio destino direttamente”, dice Franco Riboldi, coordinatore del progetto”.
La struttura svolge un servizio fondamentale in un’area difficilmente raggiungibile, erogando mediamente 160 visite al giorno. “Si sta parlando di un ospedale di circa 120 posti letto che serve una zona di più di 100mila abitanti. E’ organizzato in questo momento come tanti padiglioni distinti”, sono le parole del dott. Gollini, volontario del centro missionario.
Tra gli interventi previsti c’è una serie di potenziamenti strutturali: tra questi il collegamento dei padiglioni, l’ampliamento dell’impianto fotovoltaico, la costruzione di un inceneritore e della. “I primi due moduli, uno sulle infezioni ospedaliere e uno sull’antinfortunistica – spiega Riboldi – sono già stati fatti da qui. L’altro modulo sulla parte ostetrico-ginecologica è stata fatta in loco perché lì abbiamo rilevato la necessità di fare formazione sul campo, e continuerà, abbiamo altri 15-18 moduli da fare ancora nel triennio.
Al progetto hanno già aderito come volontari, oltre ad alcuni professionisti in pensione, circa 30 tra medici e infermieri reggiani in servizio. Tra questi anche Matteo Crotti, ginecologo e primario dell’Ospedale di Guastalla. Quella di Ampasimanjeva è una realtà che diverge molto dagli standard a cui siamo abituati, ha confessato il medico. “La stragrande maggioranza dei parti avviene in foresta nei villaggi, quindi accedono dopo ore o giorni di cammino solo le situazioni che si sono complicate a causa del parto”, afferma Crotti.
Ricordiamo anche che a dicembre dell’anno scorso l’ospedale è stato colpito da un terribile lutto. Il personale sanitario è stato coincolto in un tragico schianto, in cui hanno perso la vita cinque persone. Tra le vittime il direttore dell’ospedale Martin Randriatiana con la moglie, uno dei Fratelli della carità e due suore che operavano nella struttura.