REGGIO EMILIA – “La rivitalizzazione della zona stazione è una sfida da vincere insieme e l’esercito può dare un contributo nella prima fase'” Ne è convinto il presidente del centro sociale Papa Giovanni XXIII, Fabio Salati, che per conto dell’amministrazione da tempo cerca di aiutare le persone più in difficoltà.
E’ una fotografia con molti scuri quella scattata sulla situazione che si vive in zona stazione, dove il prefetto ha chiesto l’invio dell’esercito. Un luogo dove sta aumentando il consumo di crack e il disagio psichico: “L’utenza che intercettiamo è formata principalmente da uomini, anche se la percentuale femminile è in aumento. Quello che si nota è uno scivolamento verso la componente psichiatrica, probabilmente dettato dal cambio di stupefacente”.
L’impegno degli educatori di strada del centro sociale, che da tempo operano in zona stazione, consente però di intercettare le persone più in difficoltà, aiutarle e in qualche caso avviarle a un percorso di recupero. “Gli ultimi dati parlano di 277 persone intercettate negli ultimi 6 mesi. Abbiamo alcune realtà con le quali lavoriamo che offrono aiuto a queste persone, in alcuni casi facendole entrare in percorso di recupero terapeutico”.
Risultati che si possono ottenere solo con un’azione quotidiana e coesa di tutti i soggetti con specifiche competenze contro il disagio, le devianze e il degrado. In questo senso, secondo Salati, l’eventuale arrivo dell’esercito può dare un contributo in fase iniziale, ma non deve essere visto come la soluzione.
Leggi e guarda anche
Reggio Emilia degrado zona stazione Centro Sociale Papa Giovanni XXIII Fabio Salati Esercito zona stazione