REGGIO EMILIA – “Mi trovo qui insieme ad altri due reggiani per un progetto di solidarietà internazionale”. Cosimo Pederzoli, 36 anni, è tornato in Palestina dove nel 2017, sempre nell’ambito di un’operazione di cooperazione internazionale, era stato aggredito insieme ad altri volontari da un gruppo di coloni ebrei. Pederzoli si trova, per la precisione, nel villaggio di At-Tuwani, sulle colline a sud di Hebron. Una realtà particolarmente calda, visto che è collocata propio accanto a un insedimento israeliano e dove la convivenza risulta molto complicata.
Pederzoli è impegnato in un progetto di natura educativa in una scuola “che è stata distrutta dalle autorità israeliane e che era stata costruita grazie a un progetto portato avanti dal nostro Paese”, le sue parole. Al centro dell’attenzione anche i problemi di rifornimento di acqua della comunità palestinese e il ruolo del colosso isaraeliano Mekorot, la società che gestisce la rete idrica e che ha recentemente stretto un discusso accordo di collaborazione con la nostra Iren. “Mekorot non garantisce il fabbisogno di acqua ai palestinesi”.
Il cooperante reggiano ci racconta in generale dell’escalation di tensione registrata ultimamente nei territori palestinesi: “E’ una situazione pessima per i palestinesi, dove ci troviamo i coloni stanno pressando sempre di più cercando di ottenere sempre più spazio”.
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