LENTIGIONE (Brescello, Reggio Emilia) – Sono trascorsi tre anni esatti dalla terribile alluvione dell’Enza a Lentigione. Siamo tornati nella frazione di Brescello, per vedere che cosa è stato fatto in questi anni.
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“Che cosa è stato fatto? La ricostruzione dell’arginatura in tempi rapidi, è stato rifatto il piano di protezione civile, l’adeguamento si sta consolidando, e poi sono partiti subito i risarcimenti”. A parlare è il sindaco di Brescello Elena Benassi.
“In questi anni sono stati fatti lavori di pulizia dell’alveo – aggiunge Edmondo Spaggiari, del Comitato cittadini alluvione Lentigione – Una cosa necessaria e importante, perché con la piena della settimana scorsa si è visto che l’acqua scorre senza fare danni”.
Il nuovo argine sull’Enza si sta consolidando, è più basso di quello della sponda opposta, ma uno studio, fatto tramite carotaggi, ha confermato che la qualità è buona. Quella dei giorni scorsi è stata la prima piena in cui il torrente ha superato la soglia degli 11 metri al ponte di Sorbolo. Le golene si sono riempite ma l’acqua non è arrivata all’argine. Nel 2019 l’autorità distrettuale di bacino del Fiume Po aveva svolto uno studio di fattibilità per valutare eventuali modifiche alle arginature, per affrontare piene più abbondanti. Nelle scorse ore, in videoconferenza, al Comune e al comitato dei cittadini è stata data la conferma della validità di questo studio.
“Per arrivare a 57 mq al secondo bisognerebbe rafforzare gli argini e farli arretrare in alcuni punti”, continua il sindaco.
Al momento le risorse non ci sono. Ad ogni modo, conferma il sindaco Benassi, oggi la comunicazione sarebbe più rapida. “C’è tutto un sistema che lavora in rete, saremmo più pronti”, chiosa Benassi.
Per l’alluvione del 12 dicembre 2017 il pm Giacomo Forte ha chiesto il rinvio a giudizio per tre persone, tutte di Parma: due dirigenti e un tecnico di Aipo, Massimo Valente, Mirella Vergnani e Luca Zilli. L’accusa è inondazione colposa in concorso. Lunedì l’udienza preliminare.
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