CIVAGO (Villa Minozzo, Reggio Emilia) – Sono iniziate le autopsie sui corpi delle sette persone che viaggiavano sull’elicottero precipitato sul Monte Cusna a Civago. Corpi irriconoscibili: la procura darà mandato di estrapolare il Dna dai famigliari, gran parte dei quali si trovano all’estero. Il pilota veneto 33enne infatti trasportava sei uomini d’affari turchi e libanesi. Verranno fatte comparazione e attribuzione delle identità e l’esame autoptico durerà parecchio e proseguirà anche mercoledì. I famigliari hanno nominato tre consulenti di parte e c’è il supporto anche di un carabiniere della sezione rilievi scientifici di Reggio. Alla guida delle indagini, aperte per omicidio e disastro colposo, c’è il sostituto procuratore Marco Marano. Un perito della procura ha eseguito un sopralluogo e decine di soccorritori, vigili del fuoco in particolare, sono tornati sul posto per studiare il piano di recupero del relitto dell’elicottero: useranno probabilmente un altro velivolo cui agganciarlo. L’Agusta Koala è un monomotore di nuova generazione, leggero: trasporta un massimo di 8 persone e non ha a bordo la scatola nera.
“E’ una questione di dimensioni e peso”. Enrico Biserni è un noto pilota di elicotteri che vive a Reggio da oltre 40 anni e che da Reggio è decollato per innumerevoli voli del tipo al vaglio dell’inchiesta. “Vale tutto, guasto tecnico ed errore umano; questo era un ‘volo a vista’, vuol dire che tutte le decisioni sono in capo al pilota. Quel giorno in Appennino c’erano molti temporali, il tempo può cambiare velocemente e da un momento all’altro”.
Di una cosa Biserni è certo: anche in assenza di una scatola nera si arriverà alla verità, anche se ci vorrà del tempo. “Le analisi sul relitto daranno risposte, dal tipo di danno si capiscono le caratteristiche dell’impatto”.
L’agenzia per il volo intanto precisa la natura dell’inchiesta avviata: si tratta di un”inchiesta di sicurezza’, un’indagine tecnica che terrà conto del fattore umano e di quello ambientale e durante la quale verranno raccolte prove ed evidenze da un team di investigatori dell’ente a scopo di prevenzione di futuri incidenti e non per attribuire eventuali responsabilità, cosa che è in capo alla magistratura.
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