TOANO (Reggio Emilia) – E’ molto aperto e in costante evoluzione il dibattito in corso sulla nuova Legge per la Montagna, alla quale il Governo, e nello specifico il ministro per gli affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli, sta lavorando in questi giorni. In particolare i criteri per la definizione dei comuni montani: rispetto alle prime indicazioni, che nel reggiano avrebbero “tagliato” da tale definizione Viano, Baiso e Canossa, e che avrebbe messo a rischio anche Casina e Carpineti, ora c’è stata un’apertura per rivedere i semplici parametri altimetrici e di pendenza.
Comuni montani: la riforma di Calderoli esclude dai benefici Baiso, Canossa e Viano. VIDEO
Canali di dialogo di cui si è parlato nell’evento svoltosi a Cavola di Toano, al Cavola Forum con la partecipazione, tra gli altri, del presidente nazionale Uncem Marco Bussone e dell’onorevole Rosaria Tassinari (Forza Italia). Un incontro sulla Legge ma anche di presentazione del Rapporto Montagna di Uncem che è stato molto interessante, organizzato dal Comune di Toano in collaborazione con la stessa Uncem, al quale sono intervenuti anche, oltre al Sindaco Leonardo Perugi: Paolo Rizzi, docente dell’Università Cattolica di Piacenza; Francesco Monaco, capo dipartimento fondi europei e investimenti territoriali (Ifel); la Consigliera regionale Anna Fornili e il coordinatore delle politiche sportive regionali Giammaria Manghi; Elio Ivo Sassi, sindaco di Villa Minozzo e consigliere della Provincia di Reggio con delega alla montagna; Emanuele Ferrari, sindaco di Castelnovo Monti, presidente dell’Unione Appennino Reggiano e presidente dell’Uncem Emilia-Romagna; Fausto Giovanelli, presidente del Parco nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano; Giovanni Teneggi di Confcooperative Terre d’Emilia.
“La montagna – ha introdotto Perugi – deve poter contare su fondi certi per la manutenzione e la salvaguardia dei servizi. Servono norme semplici e mirate: cerchiamo di capire ed elaborare insieme le ricadute di questa legge perché questo territorio possa non solo resistere, ma crescere”. Dagli interventi di Monaco, Rizzi e Bussone sono emersi dati molto interessanti sull’attrattività della montagna oggi. “L’Appennino reggiano – ha detto ad esempio Bussone – negli ultimi anni ha visto un saldo migratorio positivo con un +4%”, mentre Rizzi ha evidenziato che tra gli imprenditori delle province di Piacenza, Parma e Reggio “si riscontra una conoscenza molto bassa dei fondi e finanziamenti disponibili, una scarsa fiducia negli enti locali e sovralocali, ma se poi si chiede il grado di soddisfazione nel vivere qui, quasi il 60% dà voti molto alti”. Ha aggiunto Bussone sulla nuova Legge per la Montagna: “Non credo sia possibile basarsi su rigidi parametri numerici: alla montagna vanno riconosciuti i valori ecosistemici, che risiedono ad esempio nelle foreste, nelle acque, nel contrasto al cambiamento climatico. Dobbiamo arrivare alla costruzione di un territorio montano che sia più evoluto e moderno”. E approfondendo sulla Legge in discussione, la Tassinari ha affermato: “Gli aspetti legati ad altitudine e pendenza sono stati individuati da un tavolo di esperti (“al quale però – ha detto poco dopo Emanuele Ferrari – l’Uncem non è stata invitata a partecipare”) ed è ovvio che questi criteri stiano suscitando ampio dibattito specie nei Comuni che rischiano di perdere la definizione di montani: il mio stesso Comune, Rocca San Casciano (FO) corre questo rischio. E’ in corso un dibattito attento e approfondito, ma credo sia giusto razionalizzare perché finora ci sono stati in Italia Comuni definiti montani che magari erano in realtà nelle cinture cittadine. Se vogliamo parlare di una fiscalità fortemente agevolata per la montagna, di contrasto al dissesto, dobbiamo prima di tutto individuare i territori che sono davvero montani”.
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