REGGIO EMILIA – All’ospedale di Guastalla tutti i ginecologi sono obiettori di coscienza. E’ una situazione che si è venuta a creare negli ultimi mesi: il ricambio dei professionisti ha portato all’ospedale civile medici che, come previsto dalla legge 194, si avvalgono della facoltà di rifiutare di praticare una interruzione di gravidanza. Con il prossimo concorso potrebbero essere risolti almeno i problemi legati alla carenza di organico. Nel frattempo, però, le donne del distretto che vogliono intraprendere il percorso sono costrette a recarsi in altri ospedali.
L’ospedale di Guastalla è il punto più debole della rete che in provincia di Reggio garantisce l’applicazione della legge 194 e il diritto delle donne di abortire, per via chirurgica o medica. L’interruzione volontaria di gravidanza non è una emergenza, ma deve essere garantita entro due settimane. Il Covid ha portato a centralizzare queste prestazioni su Reggio e Montecchio, mentre a Castelnovo Monti al momento si propone solo la via farmacologica.
Secondo i dati della Regione, aggiornati al 2020, i ginecologi dipendenti dell’Ausl reggiana sono 68. Coloro che si sono dichiarati obiettori di coscienza sono 24, ovvero il 35% del totale. E’ il dato più basso della Regione. I territori che registrano le punte più alte di obiezione di coscienza sono Piacenza (77%), Ferrara (60%) e Parma (53%).
A Reggio dunque un ginecologo su tre rifiuta di praticare l’aborto. E’ obiettore anche il 23% degli anestesisti. Quanto impattano sul percorso? Nel 2021 al Santa Maria Nuova sono stati eseguiti circa 500 aborti. Un numero che, dice l’Ausl, si riesce a gestire con il personale non obiettore.
Legge 194: a Guastalla solo ginecologi obiettori. VIDEO
19 febbraio 2022Le donne del distretto che vogliono interrompere una gravodanza costrette a rivolgersi altrove, in particolare a Reggio e Montecchio. La percentuale di obiezione di coscienza nella nostra provincia è la più bassa in Regione










