REGGIO EMILIA – Cgil, Cisl e Uil difendono lo strumento della White List e i protocolli per la legalità. E’ una risposta all’offensiva legale promossa dall’imprenditore edile Tommaso Manfreda, ex assessore comunale a Casina. Dopo che la sua azienda è stata esclusa dalla white list, Manfreda non si è limitato a fare ricorso al Tar di Parma contro la decisione della Prefettura, ma ha avanzato una richiesta di sospensiva del protocollo antimafia.
“Il protocollo per la legalità – replicano Cgil, Cisl e Uil – è e resta uno strumento importante per prevenire il diffondersi delle infiltrazioni mafiose nel territorio”. I sindacati confederali, d’altro canto, sono critici anche nei confronti del Movimento Agende Rosse e del sindaco di Castelnovo Monti Enrico Bini, che nei giorni scorsi hanno deciso di uscire dalla Consulta provinciale per la Legalità, accusando questo organismo di immobilismo. Secondo Cgil, Cisl e Uil, la Consulta per la Legalità deve essere rilanciata, ma l’uscita “dai luoghi di confronto equivale ad una resa”.
Sulla vicenda Manfreda da segnalare a sua volta anche la presa di posizione della stessa associazione antimafia Agende Rosse che – si legge in una nota – ritiene inaccettabile “l’escalation nei tentativi di colpire gli strumenti di contrasto alle infiltrazioni mafiose nell’economia locale, cui stiamo assistendo. Sono segnali gravi che esigono una risposta forte e univoca dalle istituzioni e dalla società civile”. Il riferimento è anche alle recenti esternazioni del sindaco di Cutro Antonio Ceraso nella sua visita a Reggio durante la sua campagna elettorale.
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