REGGIO EMILIA – Nella nuova edicola dell’ospedale Santa Maria Nuova sarà possibile trovare anche oggettistica in ceramica, indumenti per neonati, nastri celebrativi e altri manufatti realizzati nei laboratori socio-occupazionali, alcuni dei quali gestiti dalla cooperativa L’Ovile in collaborazione con Farmacie Comunali Riunite, Reggio Città Senza Barriere e con il contributo di K-lab.
Dal 2016 la gestione dell’edicola è affidata alla stessa coop e all’interno vi lavorano part-time quattro persone nell’ambito di un progetto di inclusione sociale: “Siamo entrati in corsa dopo che l’edicola era stata affidata a Cir e il gestore a cui l’avevano subappaltata se ne era andato; così facendo, l’esercizio era rimasto chiuso per alcuni mesi – le parole di Valerio Maramotti, presidente de L’Ovile – L’anno scorso l’Ausl ha emesso un nuovo bando al quale abbiamo partecipato, vincendo la gestione per altri 8 anni. E’ stato necessario rivedere gli spazi, metterla in sicurezza, cambiando di fatto le vetrate e tutti gli allestimenti interni. Per noi, questo è sì un luogo di vendita di giornali e riviste, ma è anche un luogo dove fare inclusione”.
Tante le novità: l’integrazione del reparto libreria, la vendita di prodotti per l’igiene personale, sostenibili sia per l’impatto ambientale che per i costi, e una sezione dedicata agli articoli realizzati da giovani e donne con svantaggio fisico e psicologico. Per i pazienti ricoverati, che hanno difficoltà nel movimento o che non possono essere raggiunti dai parenti, è stata inoltre creata un’apposita applicazione grazie alla quale è possibile effettuare prenotazioni di giornali che verranno poi consegnati dal personale in servizio nei diversi reparti. Un’edicola per tutti: “Ha già in sé un forte significato simbolico e rappresentativo di accoglienza – ha detto il sindaco Luca Vecchi – Credo che abbia un ulteriore valore per il modo in cui questo progetto ha in sé dei contenuti e dei valori di solidarietà, di coinvolgimento di persone con disabilità, di laboratori di persone che stanno in carcere”.
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