MODENA – Alla scoperta del paziente 1 esattamente un anno fa i laboratori di UNIMORE erano già pronti. Tanto che meno di un mese dopo, il 19 marzo, emersero le prime evidenze del vero pericolo mortale portato dal Covid: la tempesta citochinica, riconosciuta a Modena in anteprima mondiale. Allora al centro dei timori di tutto il mondo c’era un virus del tutto misterioso; oggi è la volta delle varianti, da ultima la B1.525 scoperta anche qui e in solo 150 casi nel mondo. Ma per chi studia il Coronavirus al microscopio non si tratta di una novità.
Non ci sono, in altre parole, ragioni per ritenere le attuali varianti un pericolo maggiore per le persone rispetto a quello consueto. Che intanto viene combattuto a colpi di vaccinazione, come accadrà dal primo marzo a disabili, insegnanti e forze dell’ordine. A tal proposito permane qualche perplessità sul siero che verrà usato, AstraZeneca, un po’ meno efficace rispetto a Pfizer e Moderna nel prevenire l’infezione ma ugualmente efficace, spiega Cossarizza, nell’evitarla in forma grave.
Confortanti anche i dati sui guariti dal Coronavirus con sintomi: gli anticorpi li proteggono, tanto da poter rimandare la vaccinazione.
Le varianti del covid, i vaccini funzionano comunque. VIDEO
20 febbraio 2021L’immunologo dell’Università di Modena e Reggio Emilia, Andrea Cossarizza, spiega che siamo davanti a una normale evoluzione del virus, prevista e a cui si era preparati