NOVELLARA (Reggio Emilia) – Saman Abbas avrebbe capito quello che le sarebbe successo di lì a poco. Avrebbe tentato di salvarsi la vita fino all’ultimo, almeno secondo questo racconto. “Se volete che mi sposo quello lì, va bene”. L’immagine, resa anonima, è quella del detenuto che avrebbe raccolto le confidenze di Danish Hasnain. Sta riportando agli inquirenti quello che, dice, lo zio della ragazza gli ha riferito. Un racconto che comprenderebbe tutta quella sera, la sera del 30 aprile 2021, da quell’ultima frase della 18enne ai momenti successivi, quelli della sua uccisione. Col compagno di cella, Danish si sarebbe autoaccusato dell’atto finale. “Danish l’ha spinta, è caduta per terra, ha messo il ginocchio sopra alla schiena e le ha spaccato il collo“.
Ma lo zio di Saman, sempre secondo il racconto del detenuto marocchino, confermato da un secondo detenuto che però non avrebbe raccolto direttamente le confidenze di Danish ma le avrebbe solo sentite riportare, avrebbe collocato sulla scena del crimine anche la madre e il padre della ragazza, oltre ai due cugini. Un elemento che risulta strano se si considerano i tempi delle videoregistrazioni che collocano i genitori della ragazza da un’altra parte quella sera a quell’ora, ovvero sul vialetto davanti a casa. Secondo il legale di Danish poi, Liborio Cataliotti, il racconto della modalità dell’uccisione sarebbe smentita dalla perizia medico-legale che nelle ultime ore è stata depositata nella sua completezza e sulla quale l’anatomopatologa Cristina Cattaneo riferirà in aula il 26 settembre. Una perizia che dice che Saman è stata uccisa per asfissia meccanica da strozzamento, in una “data compatibile con quella della scomparsa”. La ragazza potrebbe aver lottato mentre veniva afferrata mani e piedi: da qui la mancanza delle scarpe. Non è stato possibile stabilire in quanto tempo sia deceduta, ma la lesione all’osso ioide è precedente alla morte. Tramite le impronte trovate nella buca del casolare di viazza Reatino, i periti hanno potuto capire che la fossa è stata scavata con i soli badili, attrezzi, dice la dottoressa Cattaneo, compatibili con quelli trovati nell’abitazione dello zio e dei cugini. La posizione in cui è stata trovata Saman suggerisce come sia stata posta lì da almeno due persone ma, conclude la perita, “la ragazza non è stata introdotta nella fossa nell’immediatezza della fine delle operazioni di scavo, ma in un non meglio identificabile momento successivo”.
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