REGGIO EMILIA – L’equipe dell’unità di prossimità della Papa Giovanni lavora, a cadenza settimanale, su tre principali tipologie di uscita: mattutina, pomeridiana e serale.
La più frequente è la seconda, come si evince anche dalle parole di Katia Orlandini: “Ha l’obiettivo di mantenere e monitorare le relazioni che abbiamo con le persone che conosciamo meglio o anche le relazioni nuove che però abbiamo già stabilito. Ci serve anche per intercettare le persone che ci vengono inviate dai servizi del territorio o da altre realtà e per occuparci di coloro che vivono in strada, spesso in questa zona legati anche al consumo di sostanze”.
In questo contesto, l’unità si occupa di distribuire materiale sanitario, fare orientamento per quanto concerne i servizi sul territorio (Sert, Csm, centro salute-famiglia straniera, pronto soccorso, medico di base ecc), aiutare le persone su pratiche burocratiche e legali e fare da filtro per conto di Gea, Grave Emarginazione Adulta, raccogliendo dati e informazioni per poi orientare chi ha determinate necessità sociali: dall’ingresso in dormitorio alle mense, all’ottenimento della tessera sanitaria ad altro.
Nella fascia oraria mattutina, invece, “diamo appuntamenti o per accompagnamenti ai luoghi di cui sopra o per compilare materiale burocratico. Questo serve a non mandare in sovraccarico i servizi preposti”.
La fascia oraria notturna, invece, è utilizzata “per mappare il territorio della zona stazione soprattutto per quanto concerne i senzatetto. In altre aree, invece, o ci muoviamo su segnalazione di cittadini, enti o servizi”.
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