REGGIO EMILIA – Si collega con noi via Skype dalla Moskoskaya Ploscad, ossia Piazza Mosca, nella zona sud di San Pietroburgo sotto una statua di Lenin. E lì da una quindicina di giorni per lavoro, per conto di una agenzia italiana che ha alcuni clienti russi.
Lui è Cristiano Antonino, fotografo e film maker 50enne, originario della provincia di Verona, residente da molto tempo a Parma, piuttosto noto anche nel reggiano: a metà degli anni ’90 ha avuto una collaborazione con Radio Reggio e oggi cura campagne audiovisive per diverse aziende nostro territorio.
Gli chiediamo se abbia riscontrato atteggiamenti ostili nei suoi confronti in quanto occidentale: “Assolutamente no, anzi c’è sempre molta curiosità nei confronti di chi arriva da culture diverse – risponde – inoltre è da far notare come in Russia ci siano tantissimi ucraini e georgiani, tanto per fare un esempio, se entri in un ufficio uno su cinque è ucraino”.
Domandiamo ad Antonino se si avvertono nella vita di tutti i giorni gli effetti delle sanzioni? “No, nei negozi, anche nel più piccolo trovi la pasta italiana, vai al supermercato e trovi il nostro lambrusco. Anche i negozi dei marchi occidentali molti sono ancora aperti perché gestiti in franchising da società russe. Gli effetti si vedranno più avanti, a magazzini vuoti“.
Che proporzione hanno le manifestazioni di dissenso? “Qui a San Pietroburgo ci sono state manifestazioni di protesta con un centinaio di persone in una città di 7 milioni di abitanti‘.
Chiediamo infine al fotografo e filmaker se abbia paura nel trovarsi in questo momento in Russia. “Per niente – conclude – qui è tutto normale”.
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