REGGIO EMILIA – La documentazione fornita dalla Procura per la risposta a un’interrogazione parlamentare presentata nel giugno 2019 e le audizioni al Csm di fine 2020 consentono di ricostruire le tappe dell’indagine su alcuni bandi di gara del Comune di Reggio e di diradare i dubbi residui, anche quelli relativi alla posizione del sindaco.
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Il 18 giugno 2019 un parlamentare piacentino di Fratelli d’Italia, Tommaso Foti, presentò alla Camera un’interrogazione, avanzando il sospetto che la perquisizione in Comune per acquisire documenti su alcuni bandi di gara fosse stata rinviata dopo il ballottaggio del 9 giugno per motivi politici. Nella relazione trasmessa al Parlamento, le due sostitute procuratrici titolari dell’inchiesta – Valentina Salvi e Giulia Stignani – ricapitolano la genesi dell’indagine nel 2016 e ne sottolineano le difficoltà. Le difficoltà stavano soprattutto nella ‘copiosa documentazione depositata’ e nel fatto che, rispetto a non pochi dei soggetti chiamati in causa, ‘non veniva indicata specificamente dalla polizia giudiziaria la condotta loro ascrivibile’. In molti casi era dunque necessario – si legge nella relazione – ‘comprendere gli elementi che avevano portato alla denuncia’.
Per alcune posizioni – 15 per la precisione – l’operazione fu relativamente più semplice: queste persone, come risulta dalla documentazione inviata al Parlamento, furono iscritte nel registro degli indagati il 30 aprile 2019. Tra loro c’era il vicesindaco Matteo Sassi, poi completamente prosciolto. E le altre posizioni? Salvi e Stignani spiegano che per molti di loro ‘gli indizi risultavano particolarmente deboli’. Alla fine le due pm decisero comunque di iscrivere tutti. TG Reggio, sulla base della documentazione depositata dalle parti al Csm, è in grado di precisare che Salvi e Stignani iscrissero il sindaco di Reggio nel registro degli indagati il 10 giugno 2019, il giorno dopo il ballottaggio.
Significa che Vecchi è indagato da circa 21 mesi. Cosa è successo in questi 21 mesi? Poco, pare di capire. Salvi e Stignani, ascoltate dal Csm nel novembre 2020, hanno raccontato che già nel febbraio 2019 era stata redatta per Vecchi e per altri la bozza della richiesta di archiviazione da proporre al gip. Il fatto poi che il sindaco non abbia ricevuto l’informazione di garanzia indica che in questi due anni o quasi non sono stati eseguiti atti di indagine che richiedono per legge la presenza del difensore dell’indagato.