REGGIO EMILIA – La festa del 7 gennaio ricorda non soltanto il compleanno della nostra bandiera, ma diventa ogni anno l’occasione per riaffermare i valori su cui fondano parole che soprattutto negli ultimi tempi sono state utilizzate non sempre a proposito. Molti di questi termini si rifanno ai tre mots della rivoluzione francese: libertà, fratellanza e uguaglianza. Ieri il sindaco di Reggio e il presidente della Provincia si sono richiamati alla parola libertà in questo modo. “Abbiamo capito che la libertà non può prescindere da un sistema di legami, da un senso di appartenenza collettiva. Non può egoisticamente ridursi a bieco individualismo soprattutto se ciò mette e rischio la libertà e la salute dell’altro”, così Vecchi. E Zanni: “La cultura è dunque libertà, capacità di proiettarsi in avanti”.
Il ministro Patrizio Bianchi ha messo l’accento sul concetto di fratellanza: “Il popolo e la bandiera sono le facce, la vita, la quotidianità di tutti coloro che sentiamo come fratelli”.
Il significato di Uguaglianza è uscito in modo più netto nel discorso dell’assessore regionale Alessio Mammi: “Libertà è un patto che consente a ciascuno, a prescindere dalle condizioni di partenza, di realizzarsi come persone e come cittadino”.
Da ogni riflessione è emerso un punto decisivo che già coloro che diedero vita al tricolore avevano ben chiaro: al di là di ciò che viene scritto, per quanto importante e solenne, rischia di diventare retorico se le persone non fanno proprio nella vita di ogni giorno il concetto di solidarietà, cioè di cura reciproca: “La solidarietà è innanzitutto la consapevolezza degli altri che stanno intorno a noi, che ci fa uscire per costruire un legame che è fondamento dell’umanità”, la chiosa del sindaco Vecchi.
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