REGGIO EMILIA – Salgono a tre i commissari giudiziali di Meta System. A fianco del professionista reggiano Silvio Facco, il Tribunale di Bologna ha nominato il commercialista modenese Stefano Zanardi e l’avvocato bolognese Stefano Dalla Verità. Intanto emergono particolari inediti sulla fase che ha preceduto la deflagrazione della crisi dell’azienda del settore automotive.
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Un documento del collegio sindacale di Meta System getta una luce sulle vicende che hanno preceduto la richiesta dell’azienda di accesso alla procedura di concordato preventivo. Siamo ai primi di ottobre e Meta System vive una grave crisi di liquidità. Una settimana prima, il 24 settembre, l’azienda aveva annunciato l’ingresso nella compagine sociale di un investitore cinese, che avrebbe immesso nella società 170 milioni di euro. Risorse assolutamente necessarie per risollevare Meta System, dopo che l’azienda aveva chiuso in perdita tutti i bilanci dal 2019 in poi, accumulando un ulteriore disavanzo di 13 milioni nei primi sette mesi del 2024.
Per essere protetta dalle iniziative dei creditori, il 20 settembre Meta System aveva deliberato l’accesso allo strumento della composizione negoziata della crisi. Il 27 settembre il commercialista reggiano Bruno Bartoli era stato incaricato di seguire la procedura dalla Camera di Commercio di Bologna.
Il 6 ottobre Bartoli scrive al collegio sindacale. Ne fanno parte Herman Steiner, presidente, Sandro Guarnieri e Hannes Hilpold. L’esperto nominato dalla Camera di Commercio chiede se a loro giudizio esistano concrete prospettive di risanamento. Il collegio sindacale risponde con una nota del 7 ottobre che Meta System si può salvare solo con l’intervento di un nuovo investitore.
Questo nuovo investitore può essere la società cinese Jianeng Meta (Taizhu) Holding, indicata nel piano di rilancio di Meta System con il nome di “fondo Harvest”? La risposta del collegio sindacale è a dir poco scettica: “A detta del socio di riferimento Deren – rispondono i sindaci a Bartoli – il fondo Harvest ha sempre espresso interesse all’ingresso in Meta System, anche se noi non abbiamo mai visto nessun impegno scritto, nonostante i numerosi solleciti“.
Nella stessa nota, il collegio sindacale ne ha anche per l’azionista di maggioranza, i cinesi di Deren: “Nei mesi scorsi hanno sempre tergiversato, allungato i tempi delle decisioni, richiedendo chiarimenti pretestuosi sui vari istituti per affrontare la crisi, proprio perché, a nostro parere, non sono in grado di decidere nulla, in quanto le decisioni le prendono altri“. Di fatto, quei soldi dalla Cina non sono arrivati e il 20 dicembre scorso Meta System ha avuto accesso al concordato preventivo.
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