REGGIO EMILIA – La mensa a cielo aperto prende forma in pochi istanti. Succede a partire dalle ore 20, non lontano dalle pensiline degli autobus, in piazzale Marconi. Pasta, oppure zuppa come primo. Non mancano la carne e nemmeno i dolci. Oltre sessanta in media i pasti che in queste occasioni vengono distribuiti ai senza fissa dimora gravitanti attorno alla stazione storica di Reggio. Nata dodici anni fa, l’associazione Partecipazione è tra le realtà che si occupa di loro. “C’è molta gente che lavora ma che non riesce a trovare casa e si deve così arrangiare. La Caritas ne ha contate circa 250 in città” dice Giuseppe Napolitano, presidente dell’associazione.
I volontari danno un aiuto anche distribuendo buoni per la doccia, coperte e vestiti. Le scarpe sono l’articolo più richiesto. L’associazione, del tutto autofinanziata, gestisce anche due appartamenti. Alcuni dei posti letto disponibili hanno accolto persone un tempo “inquiline” delle ex Officine Reggiane, oppure giovani stranieri con più di 18 anni, dunque non più minorenni non accompagnati. Una delle categorie, quest’ultima, tra le più fragili nell’ambito dell’emarginazione che porta a vivere in strada. “La cosa che denunciamo è la mancanza di un grande dormitorio. Ci vorrebbero inoltre processi di integrazione” dice ancora Napolitano.
Da un mese a questa parte si sono uniti alle attività in zona stazione i volontari di Reggio Emilia Ripuliamoci, col compito, tra le altre cose, di raccogliere rifiuti abbandonati e sensibilizzare i frequentatori dei luoghi che diventano giacigli di fortuna.
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