REGGIO EMILIA – Arriva fino a Reggio Emilia l’inchiesta della Procura di Catanzaro che ha portato all’arresto stamattina del Presidente del Consiglio della Calabria, Domenico Tallini. Smantellata una rete tra politica, ‘ndragheta e il settore farmaceutico. Un arresto nel reggiano.
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L’operazione Farmabusiness dei carabinieri dei Comandi provinciali di Catanzaro e di Crotone è stata condotta anche in provincia di Reggio dove, con l’ausilio dei militari del locale Comando provinciale, è stata eseguita l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Salvatore Francesco Romano, 32 anni residente a Cadelbosco Sopra. E’ stato rintracciato a Reggio, a casa dei genitori. Ora si trova nel carcere di via Settembrini, in città. E’ accusato di associazione di tipo mafioso e detenzione illegale di armi per fatti commessi a Cutro.
In totale 11 gli arrestati in carcere, a cui si aggiungono 8 ai domiciliari e altre sei persone indagate tra queste Nicolino Grande Aracri detto Mano di Gomma e già detenuto. L’arrestato a Reggio ha sposato la figlia del fratello del boss. Gli indagati devono rispondere a vario titolo di associazione di tipo mafioso, concorso esterno, scambio elettorale politico-mafioso, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, detenzione illegale di armi, trasferimento fraudolento di valori, tentata estorsione, ricettazione e minaccia a un pubblico ufficiale. Coinvolto anche il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Domenico Tallini, di 68 anni, di Forza Italia, arrestato e posto ai domiciliari dai carabinieri con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e scambio elettorale politico mafioso. Sarebbe stato sostenuto dalla cosca nelle elezioni del 2014.
Secondo l’accusa, i rapporti di Domenico Tallini con la cosca Grande Aracri avrebbero riguardato la costituzione di una società, con base a Catanzaro, finalizzata alla distribuzione all’ingrosso di prodotti medicinali mediante una rete di punti vendita costituiti da farmacie e parafarmacie (20 in Calabria, due in Puglia e una in Emilia Romagna). Indagini complesse che hanno svelato ramificazioni che sono arrivate sino al reggiano dove la cosca Grande Aracri, come ha svelato il processo Aemilia, aveva solidi affari grazie a infiltrazioni nel tessuto economico locale. L’indagine che svela gli affari nel settore farmaceutico nel quale la cosca avrebbe reimpiegato i propri capitali. è stata coordinata dal Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri.
Finiscono in carcere:
Castagnino Santo (25.09.1962)
Ciampà Giuseppe (17.01.1978)
Grande Aracri Elisabetta (09.08.1982)
Grande Aracri Salvatore (10.06.1986)
Grande Aracri Salvatore (18.10.1979)
Le Rose Gaetano (11.12.1972)
Mauro Giuseppina (31.05.1954)
Opipari Pancrazio (28.10.1975)
Romano Salvatore Francesco (13.11.1988)
Scozzafava Domenico (21.06.1981)
Villirillo Leonardo (20.08.1967)
Sottoposti alla misura degli arresti domiciliari:
Barberio Pasquale (02.07.1945)
De Sole Paolo (06.08.1974)
Tallini Domenico (29.01.1952)
Sisca Raffaele (22.05.1972)
Grande Aracri Domenico (02.12.1965)
Aprile Tommaso Patrizio (01.02.1965)
Sabato Maurizio (04.03.1966)
Gallelli Donato (27.06.1975)
Gli altri indagati sono:
Abramo Giovanni (21.12.1976, già detenuto)
Brugnano Serafina (18.08.1977)
De Sole Pasquale (16.11.1944)
Grande Aracri Nicolino detto Mano di gomma (20.01.1959, già detenuto)
Iiritano Lorenzo (10.08.1959)
Le Rose Gaetano (07.05.1975)