REGGIO EMILIA – Il processo Edilpiovra, scaturito da un’indagine del 2003, non ci aveva insegnato niente sulla presenza della ‘ndrangheta a Reggio: lo ha detto il magistrato Andrea Rat, il giudice che ha scritto le motivazioni della sentenza del processo Aemilia.
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L’incontro organizzato venerdì scorso dal Movimento Agende Rosse con il giudice Andrea Rat è stato un momento importante e prezioso per la nostra comunità. Importante per la disponibilità del magistrato a dialogare con i cittadini, prezioso per il contributo alla ricostruzione storica degli eventi da parte di un testimone privilegiato. Rat, 44 anni, è stato giudice a latere del processo Aemilia di primo grado e ha scritto materialmente le motivazioni della sentenza. In precedenza aveva fatto parte del collegio giudicante del processo Edilpiovra che nel 2013 aveva condannato per associazione mafiosa Nicolino Sarcone. In seguito sarebbe emerso che Sarcone non era un soldato semplice della ‘ndrangheta, ma era il capo della cosca emiliana. Il giudice Rat ha raccontato della sua progressiva presa di consapevolezza della pervasività della ‘ndrangheta grazie all’inchiesta Aemilia della Dda di Bologna: “Quella ‘ndrangheta che era già passata sotto i miei occhi nel processo Edilpiovra, ma che non ci aveva detto nulla. Edilpiovra non ci aveva insegnato nulla. Io non avevo capito nulla. Avevo capito quel frammento. Ma nel momento in cui ci è arrivato il capo di imputazione di Aemilia c’era un’altra storia, che potenzialmente ricomprendeva anche quel segmento di storia reggiana già giudicato, rispetto al quale non era ancora emerso alcun collegamento con una dimensione così enorme. E che poi si è dimostrata infinitamente più enorme rispetto al capo d’imputazione”.
Il messaggio complessivo, tuttavia, non è stato pessimistico. Il giudice Rat ha detto di ritenere che la ‘ndrangheta abbia un forte insediamento, ma che non eserciti il controllo del territorio. Sta a noi, come cittadini, nei diversi ruoli che ricopriamo nella società e nel lavoro, ha aggiunto il magistrato, impedire che questo radicamento si rafforzi ancor di più, rifiutando le lusinghe e le scorciatoie e denunciando le intimidazioni.
Reggio Emilia giudice processo Aemilia 'ndrangheta criminalità organizzata mafia Andrea Rat EdilpiovraRat: “Aemilia, persone in divisa non hanno fatto il loro dovere”. VIDEO