REGGIO EMILIA – La protesta contro il caro bollette spegne i monumenti e i simboli delle città. E’ successo anche nel Reggiano ieri sera: per mezz’ora si sono spenti i ponti di Calatrava a Mancasale, in città. Quasi uno spettacolo, una scena sicuramente inusuale questo blackout pilotato per riaccendere l’attenzione del governo sulle spese insostenibili sui costi energetici che gravano anche sui Comuni e sugli enti locali. Il rischio concreto, è questo il messaggio che si è voluto lanciare, è che si debbano tagliare servizi e aumentare la pressione fiscale. Dalle 20 alle 20.30 ieri sera le luci si sono spente non solo sui ponti di Calatrava per la campagna #lucispente, lanciata da Anci nazionale. Al buio anche la fontana davanti al teatro Valli. Solitamente illuminata e di grande impatto sul centro storico, ieri sera era come sparita.
E ci sono monumenti che non solo sono stati spenti, ma le cui luci non si riaccenderanno più. E’ il caso del castello di Rossena a Canossa, per il quale le luci spente saranno fino a data da destinarsi. Una realtà basata sul volontariato che, come ha spiegato la presidente dell’associazione Matilde di Canossa, Elvira Rossi, vive una situazione ancor più grave perché bisogna scegliere tra illuminare o fare manutenzione. Avviata una raccolta fondi per sostituire i fari notturni con sistemi più efficienti che potrebbero ridurre i consumi ma per il momento l’unica soluzione è stata quella di spegnere tutto.
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