REGGIO EMILIA – Da Kyiv a Khmelnytskyi, per poi passare dalla Polonia e arrivare a Reggio dove sono state accolte dalla cooperativa Dimora d’Abramo: è il viaggio che ha dovuto affrontare la 40enne Iryna Levchenko insieme alle figlie minorenni Ivanna e Anastasia. “I primi giorni eravamo scioccati e non credevano che fosse iniziato qualcosa di terribile. La comprensione della realtà è arrivata quando vicino alla nostra casa hanno iniziato a scoppiare i missili”.
Iryna viene da Makariv, che si trova a 50 km dalla capitale. Il villaggio è stato in parte occupato, ma nemmeno quando è iniziata l’evacuazione di massa la famiglia voleva lasciare la casa. Presa dalla disperazione, la 40enne ha affidato le due figlie ad alcuni amici che in auto si sono diretti alla regione di Khmelnytskyi, e le ha poi raggiunte qualche giorno dopo. Dopo aver sentito però che alcuni coetanei della figlia maggiore erano fuggiti all’estero, Iryna ha iniziato a cercare un modo per lasciare il Paese. “Ci è stato dato il numero di telefono di Olena, ucraina residente in Italia. E’ stata lei a guidarci al telefono dall’Ucraina all’Italia”.
Prima la donna ha raggiunto un villaggio vicino a Przemyl, sul confine polacco; il 13 aprile, finalmente, Iryna e le figlie sono approdate in Veneto. Nel frattempo, a Reggio per loro stava cercando un alloggio don Giuseppe Dossetti. Qui la donna ha trovato una prima accoglienza presso la famiglia Sani, poi è stata messa in contatto con la Dimora d’Abramo. Adesso Iryna ha degli amici e un lavoro, le sue figlie vanno a scuola, ma il ricordo delle difficoltà iniziali non passa. “I primi mesi erano molto difficili psicologicamente. Non capivamo la lingua, ci salvava l’inglese”.
A Makariv Iryna ha lasciato la madre e il fratello. Il villaggio è stato liberato, ma ancora oggi arrivano i missili e il suolo è pieno di mine. Nonostante questo, sono proprio loro che trasmettono alla donna un messaggio di speranza. “La comunicazione quotidiana con i parenti per telefono mi ha dato la speranza e la fiducia che tutto andrà bene”.
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