REGGIO EMILIA – Verrebbe da dire semplicemente “basta”. Basta con steccati che risalgono a ducati spariti da 200 anni, basta con campanili che di fronte al mondo globalizzato appaiono come nani al cospetto dei giganti e soprattutto basta con lo spreco di soldi pubblici, quelli che arrivano dai nostri portafogli, perché qualche politico debba issarsi al ruolo di capopopolo.
Al centro dell’Emilia Romagna ci sono già due stazioni dell’Alta Velocità: una a Bologna e una a Reggio Emilia. Cosa serve costruirne un’altra a Parma? Lo diciamo da cittadini italiani, non da reggiani, perché i derby vanno lasciati allo sport e non alle scelte strategiche. Nella prima Repubblica, uno degli scandali più frequenti era quello dello spreco dei soldi sulle opere pubbliche: bisognava costruire aeroporti ovunque, con l’effetto che l’Italia ora è il Paese con più scali teorici d’Europa, ma quello in cui il traffico aereo per il 65% si concentra in quattro aeroporti soltanto, come è giusto che sia.
Se ci sono soldi da investire sulla linea ad Alta Velocità, non si usino per inutili stazioni ma per costruire i binari laddove non ci sono in modo da raggiungere sempre più territori. Nei convegni politici, imprenditori, pensatori sono tutti d’accordo nel dire che per essere competitivi a livello planetario bisogna fare squadra, poi quando è davvero ora di ragionare di aree vaste, di comunità ampie e di servizi condivisi, ci si dimentica tutto e si torna ad agire in modo miope e dannoso.
Sta succedendo con le Camere di commercio, intrappolate dentro a una stupida lotta di campanile. Ora qualcuno vorrebbe che accadesse anche per la stazione Mediopadana. Bisogna imparare che per prendere un treno o un aereo si possono percorrere alcuni km e andare nella provincia vicina senza pensare di avere tutto sotto il proprio fondoschiena.
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