REGGIO EMILIA – Il compenso da 1 milione e 116mila euro riconosciuto al commissario straordinario del gruppo Artoni, Franco Maurizio Lagro, non è un caso isolato. La serie di grandi dissesti aziendali, iniziata nel 2010 con il crac di Mariella Burani, ha dato il via a una raffica di procedure concorsuali e fallimentari, con il loro corollario di compensi per i professionisti a vario titolo coinvolti.
Il record, per ora, spetta a Federico Spatttini, commissario giudiziale della Società Agricola Ferrarini. Spattini ha ricevuto un compenso di 449mila euro per il periodo luglio 2019 – giugno 2020 e percepirà 1 milione e 102mila euro per il periodo successivo, per metà già liquidati. Nel complesso, dunque, 1 milione e 551mila euro.
Al commissario giudiziale di Mariella Burani, Francesco Ruscigno, andò 1 milione e 200mila euro. Più elevato il compenso attribuito alla commercialista reggiana Federica Zaniboni, commissario giudiziale di Orion: 1 milione e 350mila euro. Altre due professioniste della città, Federica Lenzini e Anna Spaggiari, commissarie di Cmr, si videro riconoscere nel complesso 1 milione 444mila euro. Presto saranno determinati gli emolumenti dei commissari giudiziali e dei liquidatori di altre grandi procedure, come quelle di Unieco, Coopsette e Ferrarini.
Le cifre di cui stiamo parlando scaturiscono da un decreto ministeriale del 2012 sui compensi dei curatori fallimentari e dei responsabili delle procedure di concordato preventivo. In sostanza, il regolamento fissa una retribuzione minima e massima in proporzione all’attivo e al passivo dell’azienda in dissesto. Una circolare del 2017 della sezione fallimentare del tribunale di Reggio prescrive di stabilire per i compensi un valore medio tra minimo e massimo della forbice.
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