REGGIO EMILIA – “Nel 2011, prima della crisi del settore delle costruzioni, le cooperative reggiane occupavano 39mila addetti. Nel 2021 il numero dei dipendenti è salito a 53mila”. A parlare è Edwin presidente di Legacoop Emilia Ovest Ferrari. Sorprendono i dati da lui forniti sull’occupazione delle cooperative reggiane, dentro e fuori i confini della nostra provincia. Parlano di una cooperazione che, dopo l’urto tremendo della crisi delle costruzioni, ha saputo trovare nuovi spazi di crescita nel settore dei servizi. Senza dimenticare quei soci che hanno pagato il prezzo più pesante.
Nei prossimi mesi Legacoop acquisirà dalla procedura di liquidazione di Unieco i crediti residui vantati dai soci prestatori. Questi ultimi, sommando i riparti distribuiti dalla procedura e l’intervento solidaristico del mondo cooperativo, dovrebbero recuperare il 40% del credito totale. Un’operazione che va ad aggiungersi a quelle analoghe condotte negli anni scorsi a favore dei soci prestatori di CMR, Orion, Coopsette e altre cooperative minori. “Sono circa 30 milioni di euro – sottolinea il presidente -, forse la più grande operazione di solidarietà tra soggetti privati che si è vista in Italia”.
Ferrari, che la settimana scorsa è stato confermato alla presidenza di Legacoop Emilia Ovest per un secondo mandato, si dice invece amareggiato per le divisioni che stanno segnando la nascita della Camera di Commercio dell’Emilia. Divisioni, spiega, che non derivano da questioni di campanile, ma sono responsabilità di alcune associazioni economiche di Parma che la Camera di Commercio unitaria non l’hanno mai voluta. “Se uno dice: no, è un percorso che secondo noi non si doveva fare perché ha più senso rimanere in ambito territoriale, allora cerca fino all’ultimo di non farla quell’operazione”.
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