REGGIO EMILIA – Nell’estate del 2019 Kpmg, una delle più importanti società di revisione del mondo, fu incaricata di realizzare una analisi finanziaria sulle cause dell’insolenza di Ferrarini e di fornire una valutazione del piano industriale posto alla base della proposta di concordato. Il risultato fu una relazione riservata, di cui oggi TG Reggio è in grado di rivelare i contenuti.
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La separazione tra attività agricole e attività industriali del gruppo Ferrarini, nel 2016, aveva l’obiettivo di trasferire “gran parte dell’indebitamento finanziario in Ferrarini spa” e, per converso, di ridurre “l’esposizione e il rischio di insolvenza sulle attività rimaste nella Società Agricola Ferrarini”. E’ questa una delle due conclusione fondamentali a cui arriva il rapporto di Kpmg. La seconda conclusione, strettamente legata alla prima, è che nel 2017 Ferrarini spa era minata da un maxi-deficit patrimoniale che non emergeva dai bilanci aziendali.
Gli esperti di Kpmg quantificano il deficit patrimoniale dell’azienda di Rivaltella in 220 milioni di euro. Le componenti principali dello squilibrio economico-finanziario sono tre. La prima è data dal patrimonio netto di Ferrarini, che secondo Kpmg per effetto della scissione della Società agricola diventa negativo, con un ammanco di 41 milioni. La seconda componente del deficit è costituita dalla perdita di esercizio di 49 milioni registrata nel 2017, anche se resa nota molto tempo dopo. La terza componente, quella principale, è rappresentata da 134 milioni di insussistenze, vale a dire attività finanziarie ormai prive di valore, crediti inesigibili, fabbricati e impianti sopravvalutati, fondi per rischi e oneri non contabilizzati a bilancio.
Per Kpmg la crisi del gruppo viene da lontano, al contrario di quanto sostenuto dagli amministratori, e forse inizia addirittura prima del 2010. E la scissione del 2016 sarebbe stata congegnata in modo da danneggiare i creditori di Ferrarini spa rispetto a quelli della Società agricola. Naturalmente, il fatto che Kpmg sostenga questa tesi non significa che la tesi sia vera. In ogni caso, la conclusione della relazione è una bocciatura del piano industriale e della prima proposta di concordato, quella poi ritirata nel maggio 2020.
L’incarico di passare ai raggi x i conti di Ferrarini fu conferito a Kpmg da Amco, la finanziaria pubblica che vanta 18 milioni di crediti verso Ferrarini. Critica feroce della gestione e del piano industriale, Amco ha poi cambiato idea, diventando partner finanziario del gruppo Pini di Sondrio nella seconda proposta di concordato e impegnandosi a finanziare il piano di rilancio con altri 12 milioni.
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