REGGIO EMILIA – Da Libera, che esprime preoccupazione, alla Cgil, che chiede al Ministero “un immediato passo indietro”, alla politica. La deputata del Pd Ilenia Malavasi ha depositato un’interrogazione urgente indirizzata al ministro Matteo Piantedosi per chiedere spiegazioni, così ha fatto a Bologna il consigliere regionale Andrea Costa. Entrambi parlano della necessità di non disperdere un “patrimonio di conoscenze insostituibile”.
Sono tante le reazioni alla notizia di TgReggio riguardante lo svuotamento dell’Ufficio Antimafia della prefettura, i cui quattro funzionari sono stati riassorbiti dalla Regione. Nulla di illecito, sia chiaro: è scaduto l’accordo che nel 2014 aveva portato personale in più negli uffici emiliani per la ricostruzione post terremoto e il Ministero ha ritenuto di non rinnovarlo. Funzionari sempre rimasti precari che negli anni successivi, anche in virtù delle conoscenze maturate in ambito white list, si erano occupati con straordinari risultati di raccogliere dati e informazioni per i prefetti e i gruppi interforze, un lavoro indispensabile per le Interdittive Antimafia. A settembre i quattro sono tornati in Regione con altre mansioni.
“Per me per burocrazia o disattenzione si smantella un ufficio utile”, ha detto a Il Graffio su Telereggio Emanuele Cavallaro, sindaco di Rubiera e delegato alla legalità dell’Anci regionale.
Precisiamo: l’attività in questo ambito della prefettura naturalmente continua; il tema è che i funzionari avevano maturato, appunto, un notevole e utilissimo bagaglio di conoscenze di nomi, luoghi, parentele. La stessa prefetta sottolinea che il lavoro sulle Interdittive non si è fermato neanche un giorno: altri funzionari perfettamente competenti sono stati dirottati sull’azione di raccolta di dati e di informazioni, ed è in atto un’interlocuzione col Ministero per arrivare a una diversa soluzione della questione. Maria Rita Cocciufa nel 2024 ha firmato 81 delle 109 interdittive totali emesse in Regione, facendo di Reggio un modello a livello nazionale nella lotta alle infiltrazioni, sulla scorta dei suoi predecessori, a cominciare da Antonella De Miro. Entro la fine di dicembre verranno illustrati i numeri del 2025, in linea col lavoro degli ultimi anni.
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