REGGIO EMILIA – Torniamo a parlare del processo sulla strage di Bologna, giunto alla sentenza di primo grado. La corte ha ora tre mesi per depositare le motivazioni, sulla base delle quali i difensori di Paolo Bellini, principale imputato condannato all’ergastolo, faranno ricorso in appello.
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“Noi ci siamo difesi nel processo, con poche chiacchiere fuori, qualcuno ha fatto un processo sulla stampa. Pensavamo potesse essere risolutiva la perizia antropometrica. Speriamo che la corte d’appello si metta la mano sulla coscienza e faccia la perizia antropometrica che si fa in tutt’Italia e a Bolognano”. A parlare è l’avvocato Antonio Capitella.
Nel secondo grado di giudizio non cambierà la linea della difesa di Paolo Bellini. La prova principale utilizzata dalla procura generale, il filmato che lo ritrae sul primo binario la mattina del 2 agosto sarà di nuovo contestato. Così come il riconoscimento da parte della moglie, in contrasto con quanto riferito da Triestina Tommasi l’affittacamere che aveva ospitato l’ex di Avanguardia Nazionale e che ha testimoniato di non averlo visto alla stazione. “Vale di più la testimonianza diretta o la ricognizione di un fotogramma? La moglie ha guardato quel video con l’idea di allontanarsi da lui pubblicamente”.
Le motivazioni della Corte saranno depositate entro 90 giorni. Bellini è stato condannato all’ergastolo con un anno di isolamento diurno. Non trattandosi di sentenza esecutiva, resta ai domiciliari, proseguendo la pena che da 14 anni sta già scontando per reati precedenti usufruendo di due fasce orarie, alla mattina e al pomeriggio, durante le quali può uscire di casa per complessive quattro ore. Durante il processo una richiesta di carcerazione era stata rigettata. “Perché non c’è pericolo di fuga, di inquinamento delle prove”, sottolinea l’avvocato.
Sull’esistenza di due conti in Svizzera intestati all’ex primula nera, che potrebbero essere serviti a ricevere i pagamenti da parte dei mandanti dell’attentato, l’avvocato Capitella risponde così: “Se li è inventati quando a Perugia gli hanno chiesto ‘come campi?’. Lui in Svizzera andava a fare le spaccate nelle gioiellerie”.
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