REGGIO EMILIA – “Siamo in continua valutazione, come sai il nostro settore è stato molto colpito. Forse proprio perché il settore è stato colpito in molti hanno cambiato lavoro”.
L’esigenza è reale e quasi sconfina con l’emergenza. Secondo la Confcommercio, il 56% degli esercizi pubblici lamenta difficoltà nel trovare personale. In effetti, da parte di nessuna delle attività che abbiamo contattato, telefonando e fingendo di essere alla ricerca di un impiego, ci è stato risposto di non avere bisogno. L’atteggiamento dei titolari sembra poi essere corretto: “Nel caso mi fareste un contratto? Ovviamente Sì”. “Senza contratto non assumiamo nessuno, facciamo tutto in modo regolare”. “La mia titolare in nero non prende nessuno”.
Solitamente si stipulano contratti a chiamata che, secondo i sindacati, non hanno particolari tutele nei confronti dei dipendenti perché lasciano molto margine ai datori di lavoro. Per un giovane che non ha esperienza la paga è al di sotto dei 9 euro lordi all’ora: significa che lo stipendio mensile è di circa 1.200 euro per 40 ora la settimana, ma difficilmente si lavora a tempo pieno. Il tipo di impiego richiede poi una grande flessibilità. E si arriva a situazioni al limite del paradosso: “Vado in base alle esigenze del personale, io mi adatto ai loro orari, è così adesso”.
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