REGGIO EMILIA – Dal 2015 ad oggi Reggio ha perso un lavoratore autonomo su sei: il numero di artigiani e commercianti è infatti diminuito di quasi il 17%. E’ cresciuto invece il numero dei lavoratori dipendenti.
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Quasi 8mila piccoli imprenditori in meno in appena quattro anni. La struttura economica e il mercato del lavoro della nostra provincia sono soggetti a trasformazioni profonde e molto rapide, che negli ultimi anni hanno penalizzato il commercio e l’artigianato, incrementando per contro la platea del lavoro subordinato.
I dati dell’Inps sulla nostra provincia evidenziano un preoccupante declino del lavoro autonomo. In appena quattro anni, tra il 2015 e il 2019, gli artigiani sono passati da 27.544 a 22.976: dunque quasi 4.600 artigiani in meno, pari al 16,6%. Proporzionalmente identica la flessione del numero dei commercianti, passati dai 19.099 del 2015 ai 15.915, con un saldo negativo di quasi 3.200 unità. Per entrambe le categorie la china discendente è proseguita anche nel 2019, anno che si è chiuso con un meno 5% sul 2018. Più lieve il calo del numero dei professionisti, che a fine 2019 erano circa 2.860.
Cresce invece, come detto, il lavoro dipendente. Soltanto tra il 2017 e il 2019 in provincia di Reggio i lavoratori dipendenti sono passati da poco più di 180mila a 212.356, con un balzo di quasi 32mila unità. Circa l’80% di questi lavoratori – per la precisione 169.329 – è impiegato nel settore privato. I dipendenti pubblici sono invece 27.731 e dal 2017 sono aumentati di circa 3mila unità. Ai dipendenti privati e pubblici vanno sommati 7.617 operai agricoli e 7.679 lavoratori domestici. In caduta libera invece i collaboratori iscritti alla Gestione separata dell’Inps: nel 2016 erano più di 24mila, nel 2019 erano scesi a 10mila.
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