REGGIO EMILIA – Durante il 19° congresso della Cgil che si è tenuto nei giorni scorsi al teatro Valli, è stata presentata una ricerca sulla condizione lavorativa femminile. Ciò che emerge è che la precarietà colpisce maggiormente le donne, come ha sottolineato anche il segretario generale Maurizio Landini: “A parità di lavoro, lo stipendio è più basso e poi per molte donne la decisione di fare un figlio può far perdere il posto o la possibilità di far carriera”.
Salari più bassi a parità di lavoro, più contratti a tempo determinato rispetto ai colleghi uomini e lavoro straordinario spesso non pagato. Anche nella nostra realtà le donne sono maggiormente “fragili” dal punto di vista occupazionale. E’ ciò che emerge dalla ricerca “che genere di lavoro. Trasformazioni sociali e cambiamenti del mondo del lavoro a Reggio Emilia” curata da Ires Emilia Romagna e Camera del Lavoro. Una ricerca che attraverso un questionario anonimo auto-compilato online tra i mesi di aprile e luglio 2022 ha valutato le risposte di quasi 4mila partecipanti, donne e uomini occupati o in cerca di occupazione. L’analisi è stata presentata nei giorni scorsi al congresso provinciale della Cgil, a cui ha preso parte anche Landini.
Dalla ricerca emerge che il 22% delle donne che hanno risposto al questionario ha un contratto precario, solo il 18% degli uomini. Oltre alla dimensione di genere, influisce anche l’età: sotto ai 35 anni, ben il 40% ha un contratto a termine, quota che si dimezza già nella fascia di età successiva, tra i 35 e i 44 anni (19,9%), e si riduce ulteriormente per coloro che hanno tra i 45 e i 54 anni (13,3%) e più di 55 anni (10,1%).
Anche dall’analisi dello straordinario emerge un divario di genere: la mancata remunerazione è nettamente prevalente tra le donne rispetto agli uomini. Se infatti sono il 29% le donne che svolgono orario straordinario senza che esso venga remunerato, tra gli uomini la quota è pari al 16%. In termini di carico di lavoro, poi, le donne presentano livelli più elevati di affaticamento e hanno maggiori problemi di conciliazione tra vita lavorativa e tempo personale rispetto agli uomini. In particolare, è soprattutto rispetto al tempo libero, agli interessi personali, alla cura della propria persona che le differenze si fanno più marcate.
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