REGGIO EMILIA – Il mondo del lavoro reggiano continua a dare segnali di ripresa. Nei prossimi tre mesi, fino a maggio, si prevede un incremento dei fabbisogni occupazionali da parte delle imprese. I nuovi contratti previsti, infatti, si attesteranno a 11.160 unità, di cui 3.780 solo nel mese di marzo; un dato, quest’ultimo, di poco inferiore a quello registrato nello stesso mese del 2019, cioè prima della pandemia, ma largamente superiore (+ 26%) rispetto a marzo 2021.
Secondo l’analisi dell’Ufficio Studi della Camera di Commercio sui dati del sistema informativo Excelsior, in testa alla graduatoria dei settori che assorbiranno il maggior numero di nuovi contratti vi sono i servizi turistici, di alloggio e ristorazione, per i quali sono previsti più di 2.130 nuovi contratti in tre mesi (620 in marzo); a seguire troviamo l’industria meccanica ed elettronica con 1.420 nuovi contratti in un trimestre (510 nel solo mese di marzo) e, al terzo posto, il commercio, con 1.060 nuovi contratti in un trimestre.
L’exploit dei servizi turistici risente di un dato legato alla stagionalità che si riflette anche sulle tipologie di contratti che, complessivamente, nel 37% dei casi saranno a tempo determinato, mentre i rapporti di lavoro stabili si attesteranno al 23%.
Alle nuove opportunità presenti sul mercato del lavoro continuano comunque a corrispondere difficoltà evidenti nel reperimento delle figure ricercate dalle imprese, con dati che superano largamente i dati pre-pandemia: dal 37% del marzo 2019 al 47% attuale. Il dato è in linea con i segnali di tensione osservati dall’Istat attraverso la stima del tasso dei posti vacanti su scala nazionale, passato dall’1,4% del quarto trimestre 2019 al 2,1% nel quarto trimestre 2021 (ultimo disponibile).
Le difficoltà si presentano soprattutto in fase di ricerca personale per la figura di operai specializzati (problemi di reperimento nel 58,7% dei casi), di dirigenti, professioni con elevata specializzazione e tecnici (43,6% dei casi), seguiti da impiegati, professioni commerciali e nei servizi (39,1%).














