REGGIO EMILIA – “Permane un grosso divario di genere, sia all’accesso del mondo del lavoro, sia sui flussi della disoccupazione: sulla disoccupazione femminile giovanile arriviamo al 18,7% che è un dato estremamente preoccupante”, a dirlo è Elena Strozzi della Cgil di Reggio Emilia.
Nel mercato del lavoro a Reggio Emilia le donne rappresentano il 44% degli occupati e il 62% dei disoccupati. Secondo la ricerca promossa dalla Camera del Lavoro e presentata nel convegno organizzato in occasione della giornata dell’8 marzo, sono sempre le donne ad occupare posizioni meno qualificate. Per loro si preferiscono contratti a tempo determinato. Rispetto agli uomini, è maggiore il numero di lavoratrici part time.
“Il contesto di Reggio Emilia – sottolinea Giovanna Fullin, docente di sociologia del lavoro all’Università Milano Bicocca – nel quadro nazionale è un contesto di alta partecipazione femminile al mondo del lavoro. C’è però ancora da fare: la differenza tra le retribuzioni è sicuramente molto ampia a tutti i livelli. Su questo fronte c’è ancora tanta strada da fare”.
A Reggio nella retribuzione media annua nel settore privato non agricolo il divario è del 22%. “Noi chiediamo interventi mirati e strumenti che incentivino le aziende ad assumere le donne e attraverso la contrattazione proviamo ad evitare quel divario salariale che penalizza – chiarisce Lara Ghiglione della Cgil nazionale – Ed è importante avere investimenti pubblici per fare in modo che la genitorialità diventi un valore sociale. Poi il congedo paritario di paternità. Le donne sono penalizzate a causa della maternità. Questo è un tappo che dobbiamo togliere perché le penalizza all’atto dell’assunzione ma anche nell’avanzamento di carriera”
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