REGGIO EMILIA – Nel 2022 si è registrata una crescita di assunzioni da parte delle imprese reggiane. In gran parte, tuttavia, si è trattato di contratti precari, come sottolinea la Cisl.
“Prevalgono i contratti precari, quelli a termine, in somministrazione, intermittenti e stagionali. Ci allontaniamo da quello che vuole essere una crescita del mercato del lavoro su basi stabili”, le parole di Rosamaria Papaleo, segretaria della Cisl Emilia Centrale. Nel 2022, nella nostra provincia, si sono registrate complessivamente 74.547 nuove assunzioni. Così emerge dai dati dell’Inps. In quattro casi su cinque si è trattato di contratti a tempo determinato. Il rapporto è rimasto sostanzialmente invariato rispetto all’anno precedente, periodo durante il quale le nuove assunzioni, in totale, erano state inferiori di 9.904 unità. Dal 2020, sul nostro territorio, hanno saldi positivi i numeri del mercato del lavoro.
L’allarme della Cisl riguarda l’assenza all’orizzonte di politiche in grado di aumentare la quota dei contratti stabili. “Occorre diminuire il costo del lavoro, potenziare lo strumento del contratto di apprendistato e andare verso una riforma del contratto a termine che lo renda più oneroso rispetto a quello indeterminato”, ha aggiunto Papaleo. Nuove regole inoltre, secondo la Cisl, occorrono per le causali, ovvero le motivazioni legate ai rinnovi dei contratti a termine: “Vanno affidate ai contratti collettivi nazionali in maniera stabile, come è stato fatto durante il periodo emergenziale”. Rispetto al 2020, migliora di due punti percentuali, in territorio reggiano, il tasso di occupazione femminile salito al 63,4% contro il 76% di quello maschile.
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