REGGIO EMILIA – Tra giugno e agosto saranno 11.150 i nuovi contratti di lavoro stipulati in provincia di Reggio Emilia. Lo stima l’Ufficio studi della Camera di Commercio di Reggio Emilia, sottolineando una crescita sensibile per quanto riguarda il mese in corso. Rispetto a maggio sarà infatti del 28,1% il balzo nelle assunzioni. Complessivamente l’incremento nel trimestre giugno-agosto 2022 sarà del 5% rispetto al trimestre precedente. Le entrate previste si concentreranno per il 62% nel settore dei servizi e per il 56% nelle imprese con meno di 50 dipendenti.
Le previsioni per giugno vedono anche un rilevante incremento nell’industria (oltre un 34% in più rispetto al mese di maggio), principalmente grazie alle industrie meccaniche ed elettroniche (470 nuove assunzioni) ed alle industrie metallurgiche e dei prodotti in metallo (340 nuovi addetti). Buona anche la crescita dei servizi, con un incremento del 24,5% dei nuovi contratti; in quest’ambito primeggiano i servizi di alloggio e ristorazione e servizi turistici, con 780 nuovi ingressi, seguiti dai servizi alle persone, con 490 ingressi.
Nel 21% dei casi, le entrate previste saranno stabili, ossia con contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 79% dei casi saranno a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita). Guardando l’area funzionale di inserimento, il 48,8% dei profili mensili ricercati sarà destinato alla produzione di beni ed erogazione di servizi, il 15% si occuperà di aspetti inerenti la logistica, il 13,3% all’area tecnica e di progettazione, il 13,1% assumerà ruolo nelle funzioni commerciali e di vendita, mentre il 5,6% verrà invece coinvolto nell’amministrazione e il 4,3 %, nell’area direzione e servizi generali.
Continua, intanto, a manifestarsi il gap tra offerta e domanda di lavoro: nel 47 % dei casi le imprese prevedono di incontrare difficoltà nel trovare i profili professionali desiderati. Tra i profili ad alta specializzazione, quelli più difficili da individuare sono: farmacisti, biologi a altri specialisti delle scienze della vita (nell’84,6% dei casi di difficile reperimento), tecnici della sanità, dei servizi sociali e dell’istruzione (64,4 %), specialisti in scienze informatiche, fisiche e chimiche (nel 60,6% dei casi di difficile reperimento), tecnici in campo informatico, ingegneristico e della produzione (56,9%).
Nell’ambito dei servizi, di difficile reperimento appaiono gli operatori della cura estetica (nel 52,4% dei casi) e gli operatori dell’assistenza sociale, in istituzioni o domiciliari (51,4 %). Tra gli operai, invece, sono di difficile reperimento i conduttori di mezzi di trasporto (nell’80% dei casi), gli operai specializzati nelle industrie del legno e della carta (68%) e gli operai specializzati nelle attività metalmeccaniche ed elettromeccaniche ( 62,1 %).