REGGIO EMILIA – Scrivanie vuote, computer spenti: sembra che nei nuovissimi uffici della gestione del personale del Credem in via Emilia San Pietro nessuno sia al lavoro. Sembra, appunto. Perché i dipendenti stanno lavorando, solo ognuno a casa propria. Sono 2 mila e 600 i lavoratori dell’istituto di credito che usufruiscono dello smart working, quasi la metà del totale. Una modalità che avvantaggia dipendente, che può conciliare i tempi professionali e personali e azienda.
“La produttività non solo non è diminuita ma è addirittura aumentata – dice il direttore del personale Andrea Bassi -; questa per noi è una vera a propria modalità di lavoro che permette al personale di crescere dal punto di vista professionale, ad esempio aumentando la proprio cultura digitale”.
Lo smart working al Credem è stato avviato cinque anni fa, quando si è cominciato ad investire ad esempio per smartphone e computer da consegnare al personale. Allora nessuno pensava al Coronavirus e nessuno poteva immaginare che questo progetto, concepito totalmente all’interno della banca, in queste giornate difficili, potesse rivelarsi tanto utile: “Abbiamo potuto garantire la continuità operativa e mantenere i rapporti con i clienti” dice Bassi. E poi ci sono i cinque dipendenti che vivono nella zona rossa del lodigiano: per loro, almeno la routine del lavoro non è cambiata. Senza dimenticare il rispetto per l’ambiente: “Vivo a Bologna ho scelto di usufruire di questo servizio, evitando due ore al giorno di viaggio con la mia auto”, dice Nilde Palanca, dipendente del Credem.
“I dipendenti da casa lavorano molto e quasi di più di quando sono in ufficio – conclude Bassi -, questa modalità si basa sul rapporto di fiducia tra dipendente e azienda: il dipendente per non tradire la fiducia che l’azienda ripone in lui si sente molto responsabilizzato e cerca di mantenere questa modalità di lavoro che dà enormi benefici anche a lui”.
Reggio Emilia banca Credem smart working Andrea Bassi coronavirus covid19












