REGGIO EMILIA – La Consulta del verde perde un pezzo molto importante. Il botanico Ugo Pellini ha infatti annunciato le sue dimissioni.
Al centro della sua decisione, l’abbattimento degli alberi in viale Umberto dove è in corso un poderoso intervento del Comune all’interno del progetto della “passeggiata settecentesca”. Pellini, da sempre in prima linea nella difesa e nella tutela del verde, spiega che “in seguito all’abbattimento di cinque alberi dichiarati ‘sufficienti’, con la precedenza su altri definiti ‘pericolosi’ solo perché incongrui con il progetto di riqualificazione, ho deciso di dimettermi. Ne facevo parte come ‘esperto nominato dall’assessorato’ sin dalla sua istituzione, nel 2006”.
L’esperto ricorda che il giorno della presentazione del prospettato miglioramento del viale, l’8 marzo 2018, che prevedeva il taglio di 130 alberi, in nome della trasparenza aveva richiesto “di segnare le piante in abbattimento con il coinvolgimento della cittadinanza”, una richiesta che era stata verbalizzata. Altre perizie agronomiche erano state poi commissionate dal Comune solo per gli alberi che interferivano con la prima idea progettuale, che è poi rimasta invariata. “Nel verde pubblico – prosegue Pellini – ci sono migliaia di alberi nelle stesse condizioni sanitarie di quelli eliminati sui quali non si interverrà in modo così drastico; per questi cinque non è stata presa in considerazione un’ alternativa progettuale per salvarli”.
Il botanico non se la prende solo con questi abbattimenti, ma bolla anche come inefficace il lavoro dello stesso ente: “La Consulta del verde, con tutti i necessari aggiornamenti di cui avrebbe sicuramente bisogno per definirne meglio obiettivi e funzioni, in due anni si è riunita solo due volte e con un’unica imbarazzante novità: l’introduzione del ‘disciplinare interno’. Di fatto, si deve firmare, pena la sospensione e anche la decadenza, di non intervenire pubblicamente su ciò di cui si è discusso”.
Secondo l’esperto, “legalmente questo ‘rispetto’ vale per i dipendenti dell’amministrazione o per chi svolge un incarico professionale ma non per chi, come il sottoscritto, mette a disposizione le proprie competenze in modo del tutto gratuito e quindi non accetta nessun tipo di censura”.